
Quello della concorrenza negli appalti pubblici è un tema affrontato di recente dal Tar Lazio, che nel ricordare il principio di rotazione, non si è tirata indietro dal fornire chiarimenti.
Con la sentenza 5555 del 2023 si è data conferma di legittimità all’esclusione di un concessionario uscente ad una gara d’appalto pubblica.
Il principio determinante è quello di rotazione, ma in cosa consiste?Come riportato da AltaLex.com, una prima definizione del principio di rotazione è riscontrabile nell’articolo 36, comma 1 del Codice dei contratti pubblici, nella quale si afferma che per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie comunitarie vige l’obbligo di rispettare, oltre ai principi generali, il principio di rotazione volto a garantire “l’effettiva possibilità di partecipazione delle microimprese, piccole e medie imprese”.
L’ANAC, inoltre, precisa che il principio di rotazione si applica con riferimento all’affidamento immediatamente precedente a quello di cui si tratti, qualora gli affidamenti abbiano come oggetto una commessa rientrante nella stessa categoria di opere, o di servizi, ovvero nello stesso settore merceologico.
L’applicazione di tale principio prevede quindi, di norma, il divieto di invito e di affidamento nei confronti del contraente uscente nell’assegnazione del contratto successivo. Tale principio, quindi, si applica in via obbligatoria solo per procedure negoziate e in casi di affidamento diretto, per cui è esclusa in casi di procedure ordinarie o comunque aperte al mercato, ove la stazione appaltante non predisponga alcuna limitazione in ordine al numero di operatori economici tra i quali effettuare la selezione.
Quando non si applica il principio di rotazione? Nel caso in cui la stazione appaltante decida di selezionare l’ operatore economico mediante una procedura aperta. In questo caso, non è prevista una preventiva limitazione dei partecipanti tramite inviti.